Lo smartphone è ormai parte integrante della nostra vita quotidiana. Secondo un’indagine Eurispes, il 66% degli italiani lo utilizza al mattino o prima di dormire, il 50% durante i pasti solitari e oltre il 40% persino camminando. Questo comportamento può sfociare in una dipendenza che spesso si manifesta con l’infinite scrolling.
Viviamo in un’epoca in cui lo smartphone è diventato indispensabile, un’estensione di noi stessi che accompagna ogni momento della giornata. Tuttavia, questo legame così stretto rischia di trasformarsi in una vera e propria dipendenza, alimentata da abitudini come l’infinite scrolling. Esaminiamo cos’è, perché è così diffuso e come possiamo contrastarlo.
Cos’è l’infinite scrolling?
L’infinite scrolling, noto anche come doom scrolling, è lo scorrimento continuo di contenuti online. Con un semplice gesto verso il basso, accediamo a nuove foto, video o testi, senza fine apparente. Questa pratica, nata sui social, è ormai diffusa su molti siti, rendendo lo scorrere dei contenuti un automatismo.
Il problema sorge quando lo scrolling diventa un gesto ripetitivo e ossessivo, spinto dalla ricerca di gratificazione immediata. Si continua a scorrere senza realmente assimilare i contenuti, mossi dalla noia o dall’illusione di trovare qualcosa di straordinario.
La negazione della dipendenza
Molti si ritengono immuni dalla dipendenza da smartphone, giustificando il proprio uso con la sua presunta utilità: leggere notizie, controllare il meteo, seguire indicazioni stradali o effettuare operazioni bancarie. Ammettere una dipendenza, soprattutto legata al controllo ossessivo dei social, è ancora uno stigma sociale. Chi scrolla Instagram non vuole sentirsi come i giovani su TikTok, mentre i più agée minimizzano il tempo passato su Facebook.
Tutti accampano scuse: "Non posso spegnerlo, aspetto una chiamata importante", ma spesso basterebbe tenerlo in tasca, pronto a vibrare. Eppure, osservando chi cammina fissando lo schermo, appare evidente come si viva anestetizzati, inconsapevoli del proprio isolamento. Il gesto di scrollare è diventato così radicato da sembrare una necessità, quando in realtà è spesso un’abitudine vuota, una fuga dalla realtà.
Quando scatta la dipendenza?
La dipendenza da smartphone si manifesta quando non riusciamo più a farne a meno, trascurando lavoro, relazioni e momenti importanti. Osserviamo persone che scrollano al semaforo, in coda o al parco, perdendo il contatto con la realtà e con le bellezze della vita quotidiana.
Perché è così difficile smettere?
Il meccanismo alla base di questa dipendenza è chimico: lo scrolling e altre attività online stimolano la produzione di dopamina, il neurotrasmettitore legato al piacere. Come accade nelle tossicodipendenze, la ricerca di una gratificazione continua ci incolla allo schermo, spesso senza ottenere nulla di realmente soddisfacente.
La difficoltà nel liberarsi da questa dipendenza non è solo personale, ma anche strutturale: è progettata. Le piattaforme e i creatori di contenuti vogliono mantenerci incollati agli schermi. Ogni like, notifica e aggiornamento è pensato per attivare i nostri circuiti di piacere e tenerci più a lungo online. Il motivo? Il nostro tempo è prezioso. Non siamo solo utenti, ma prodotti: più tempo trascorriamo online, più pubblicità vediamo e più siamo inclini a comprare.
Questa dinamica alimenta un circolo vizioso: la promessa di contenuti sempre nuovi e interessanti ci spinge a scrollare, ma la realtà è spesso deludente. Così continuiamo, ipnotizzati, consumando senza sosta e lasciando che il nostro tempo venga monetizzato da chi sa sfruttare questa dipendenza.
Come contrastare la dipendenza?
Spezzare l’automatismo è fondamentale. Gli esperti consigliano di adottare strategie preventive, come tenere il cellulare fuori portata nei momenti critici:
- Riporlo in una borsa chiusa mentre si guida.
- Non tenerlo sul comodino durante la notte.
- Non portarselo in bagno a meno che si aspetti una telefonata urgentissima
- Non tenerlo sul tavolo durante pranzi con gli amici
- Lasciarlo a casa durante una passeggiata.
- Spegnerlo in situazioni in cui è facile cadere in tentazione.
Tenere lo smartphone lontano fisicamente è il primo passo per ridurre la dipendenza e riscoprire il valore del mondo reale.